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Energia e ambiente. Qualcosa di sinistra?

energia e ambiente idee di sinistra

E del perché la sinistra perde sempre un'occasione

Non mi sono mai stati simpatici quelli che banalizzano i problemi. Non credo nelle soluzioni semplici usate come clave per avere voti o per toglierli agli avversari politici. Però sono convinta che ci siano alcune decisioni che sarebbe facile prendere: se non altro per togliersi da dove si è. Non riesco a capacitarmi – si vede che non sono tanto intelligente – del perché la cosiddetta sinistra (di partito, di lotta, di governo e di qualunque sfumatura di rosso) non sia mai davvero capace di dire e poi di mettere in pratica un’idea che non sia complicatissima, di difficile realizzazione, incrostata di un retaggio burocratico che farebbe sorridere Kafka. Ma perché? Mistero. Anzi no, mistero proprio no. Il punto è che ci vuol della gente coraggiosa con una visione. L’ambiente e l’energia sono due ottimi campi per formulare qualche esempio e farmi capire meglio. Ne faccio qualcuno a caso, così, tanto per ridere.

Plastica e vetro

Il vuoto a rendere, santoddio. Ti do un bicchiere lavabile di plastica o vetro, mi tengo un euro. Te lo rendo quando mi porti il bicchiere. Per legge, in tutto il Paese. L’acqua gassata o naturale puoi anche prenderla a una colonnina, a cura del gestore dell’acqua pubblica. A pagamento eh, mica dico gratis (per carità, ci mancherebbe, business is business). Con un numero di colonnine minimo per ogni tot abitanti. Le tasse sul packaging le imprese le pagano a peso o ingombro: minori sono questi, minori sono le tasse. E se qualche posto di lavoro si perde nell’industria del packaging, si guadagnerà in manutenzione colonnine, designer, creativi, informatici, ingegneri e manutentori vari.

Incendi

Sarà sempre peggio. Lo sappiamo. Ogni ettaro che brucia fa venire l’acquolina in bocca a qualcuno: vuoi per il cemento, vuoi per ripiantare gli alberi. Purché sia un business. Sai che c’è? Ogni fazzoletto di terra che brucia viene congelato per 50 anni. Nessuno può farci assolutamente nulla se non lasciare che il prato, la foresta, il litorale si guarisca da sé. Non dobbiamo essere presuntuosi, nei confronti della natura: non ha bisogno che ci prendiamo cura di lei, ha bisogno che non gli rompiamo i maroni. (Ah ah che ridere, vero?)

Rinnovabili

A parte che ce l’ho ancora con quelli che 15 anni fa, in mezzo ad aerei di linea, jet privati, petrolchimici ovunque e centrali a carbone sostenevano che no, l’eolico no perché disturba la rotta degli uccelli. Io di loro non mi sono dimenticata. A un certo punto scopriamo che – accidenti – siamo legati mani e piedi a quel cattivone di Putin. Non mi ricordo, negli anni passati, di aver mai sentito un partito di sinistra dire “Hey Europa! Ma com’è che siamo legati mani e piedi al gas dell’oligarca?”. Avrei piacere di essere smentita.
Ad ogni modo abbiamo scoperto il pannello solare, e siccome questo è un Paese bellissimo dobbiamo trovare soluzioni che semplifichino l’iter rispettando il paesaggio. Giusto, applaudo. Allora sentite cosa ha fatto il “Comune più progressista d’Italia” in cui mi pregio di abitare. Ha stabilito che nelle aree vincolate (metà città, in pratica) non si possano mettere pannelli solari sui lati del tetto fronte strada, ma solo su quelli interni in modo da arrecare il minor disturbo visivo. Peccato che ogni casa e ogni strada ha caratteristiche specifiche, alcune delle quali hanno la peculiarità che da fronte strada il tetto non si vede ma dai lati interni invece sì. Quindi puoi mettere i pannelli dove si vedono ma non dove non si vedrebbero. Basterebbero delle foto dello stabile. E invece niente. Ci vuole talento, ammettetelo.

Traffico

Il traffico siamo noi, ricordiamocelo ogni volta che smadonniamo incolonnati in tangenziale. Qui, non servirebbe nemmeno fare dei calcoli, perché altri Paesi non solo europei li hanno già fatti anche per noi. I mezzi pubblici si pagano con le tasse di tutti i cittadini, non con le tariffe. Scoperta copernicana! E poi un po’ di sana imprenditoria: bandi per il car sharing, sempre con un tot di parcheggi di auto in condivisione in base alla densità abitativa e le abitudini d’uso (big data, baby). Mica dico di farlo in due giorni, va bene in 5 anni… ma qualcuno dovrà pur cominciare a dire che il bonus auto elettrica o auto euro qualcosa è un modo per alimentare un mercato malato e per tarpare le ali alle migliaia di professionalità e opportunità che potrebbero derivarne con vantaggi ambientali e anche in termini di redistribuzione del reddito?
Vi lascio un po’ con voi stessi, a immaginare questo futuro pazzesco dove l’auto privata non porta più via spazio alle persone e al verde. Dove l’auto per un gran numero di persone è un mero strumento e si prende solo quando serve. Ci riuscite? Quelli di voi che hanno vent’anni, sicuramente sì…

Insomma potrei continuare per ore e così voi, su ogni ambito della vita e della società. Il problema non è risolvere il problema. E non è nemmeno trovare il consenso degli avversari: quando un’idea è forte detta l’agenda e diventa popolare. Funziona così con le idee di merda, ma funziona anche con le idee brillanti. Il punto è che le idee brillanti le partoriscono le menti brillanti, le persone capaci di pensiero laterale, testarde, impegnate a ottenere alleanze sul buon senso e sui risultati. Una volta si sarebbe detto persone che buttano il cuore oltre l’ostacolo. Io ne vedo in giro pochine, ultimamente. E voi?

Foto: non mi è stato possibile risalire all’autore o autrice dell’immagine. Resto a disposizione per la corretta citazione.

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